Il ministro Bonino è in Iran per alimentare il dialogo che Obama ha aperto col governo Rohani: collaborazione bilaterale al fine di abolire le sanzioni in cambio di una rinuncia dell'Iran a un programma nucleare che sembra servire solo allo sviluppo di un armamento atomico. Il ministro italiano approfitta della visita per inviare un messaggio per il futuro immediato: la necessità di bloccare la guerra in Siria.
Chiede al presidente Rohani e al ministro degli Esteri Zarif una assunzione di responsabilità sulla crisi siriana e nell'intera regione. “In Siria è in corso una catastrofe umanitaria che non ha pari in tempi recenti: non ci sono accenni di una diminuzione delle violenze e raramente la comunità internazionale ha dovuto far fronte a 6 milioni di rifugiati e sfollati. Nessun paese può risolvere questa crisi da solo. La soluzione è politica, quella militare è impensabile, ma occorre un'assunzione di responsabilità regionale"”ha dichiarato.
A seguito delle decisioni di Ginevra, Emma Bonino afferma senza indugi e chiaramente che “siamo in un momento molto fragile, chi si oppone a un accordo è molto attivo, non bisogna fare errori trattici o di nervosismo eccessivo. Bisogna tenere i nervi a posto, chi ha la consapevolezza ha il dovere di essere più disciplinato degli altri. Ci sarà bisogno di tempo, anche se abbiamo poco tempo. Gli ostacoli sono molti, e c'è chi lavora contro”.
Il ministro Bonino ha anche incontrato due vicepresidenti donna del neo-governo iraniano: prima Masoumeh Ebtekar, la portavoce degli studenti che nel 1979 occuparono l'ambasciata americana e tennero in ostaggio 52 diplomatici per 444 giorni, oggi capo dell'Agenzia per la protezione ambientale. Successivamente la Bonino ha organizzato un incontro con il vice-presidente per le questioni femminili e della famiglia, Shaindot Molaverdi. I partiti della destra e i conservatori considerano la Molaverdi capo di una "Alleanza per le donne iraniane" poiché ha sempre difeso i diritti delle donne dall'interpretazione più maschilista e repressiva della legislazione islamica. Il che potrebbe essere un grande sostegno alla parte più riformista del mondo politico iraniano per rinvigorire il potere di Rohani nella sua corsa per firmare un accordo definitivo sul nucleare prima che qualcosa faccia cambiare idea alla Guida Suprema Ali Khamenei e ai governi contrari all’apertura internazionale dell’Iran, e ha concluso dicendo che “l'Italia è la porta che l'Iran può usare per creare fiducia reciproca con l'Europa.'L'Italia ha giocato il ruolo di partner importante della Repubblica Islamica e finora ha funzionato da porta per le relazioni fra Iran ed Europa. I legami fra i due paesi possono creare fiducia reciproca fra Iran ed Europa”
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