Obama ha affermato che “La strada che porta all’accordo è irta di ostacoli, ma penso che superare le differenze per una soluzione complessiva sul nucleare iraniano sia possibile”, e si è spinto oltre, fino a ipotizzare un alleggerimento delle sanzioni verso l’Iran, in cambio di azioni significative, verificabili e trasparenti sul nucleare. Il disgelo si riscontra anche nelle letterali parole che i due leader si sono scambiati da un capo all’altro del telefono: “Have a Nice Day”, e stato il saluto in inglese di Rohani, “Thanks, hhodahfez”, la risposta, arrivederci in farsi, del capo della Casa Bianca.
Intanto poco prima Rohani ha incontrato Enrico Letta per un colloquio a porte chiuse. I due leader si sono visti in serata al Palazzo di Vetro. Il premier Letta, alla fine dell’incontro ha detto di essersi accostato a questo appuntamento “Con cautela e curiosità. Cautela per via della complessa vicenda del nucleare, su cui andiamo con i piedi di piombo”, e poi ha aggiunto “ Quelle che arrivano dall'Iran sono aperture reali e c'è la volontà giusta di dialogare. Le aperture dell'Iran mi sono sembrate reali, sono stati fatti passi avanti e non è solo una questione d'immagine. È stato un incontro più interessante di quanto potessimo sperare e forse base per futuri sviluppi positivi”. Nel frattempo poco distante il ministro degli Esteri iraniano, Jawad Zarif, incontrava il collega Usa, John Kerry, e il 5+1 sul dossier nucleare della Repubblica Islamica.
Nel colloquio si è parlato di temi concreti come le energie alternative e le attività industriali ma anche del conflitto e dell'emergenza siriana. Ha sottolineato Letta che “Tutti abbiamo sofferto di questi anni di incomunicabilità con l'Iran e toglierla dall'isolamento è nell'interesse strategico di tutti e l'Italia giocherà la sua parte".
Le parole dei due leader occidentali e la disponibilità del presidente Rohani sembrano far ben sperare per il futuro dei rapporti tra questi paesi.
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