Dopo la caduta di Morsi sono almeno 350 coloro che sono stati uccisi in attentati e sparatorie tra le forze di sicurezza lo Stato li ha definiti martiri di una guerra al terrore, mentre una prudente stima individua in 1500 i morti tra i sostenitori di Morsi.
L’esercito ha subito le sue maggiori perdite dalla guerra del 1973.
I rischi di futuri attacchi sono aggravati a causa della grande quantità di armi contrabbandate dalla vicina Libia dopo la caduta di Muammar Gheddafi nel 2011 anche se la Fratellanza continua a ribadire il suo mantra di resistenza pacifica e nega qualsiasi tipo di violenza.
Il primo ministro egiziano Hazem El-Beblawi ha definito i Fratelli Musulmani, l’Organizzazione Islamista del presidente destituito Morsi come una organizzazione terroristica.
I generali che hanno rimosso Morsi sono oggi impegnati in una lotta esistenziale contro i Fratelli Musulmani sono fermamente convinti che devono distruggere la Fratellanza o altrimenti la Fratellanza tornerà al potere e li distruggerà.
L’attuale governo militare ha un sostegno pubblico molto più forte rispetto alla Fratellanza.
Con tutti i suoi principali leader arrestati o in fuga, le sue attività proibite i suoi beni confiscati la Fratellanza è sull’orlo della distruzione.
In attesa delle elezioni referendarie che si svolgeranno a metà gennaio il paese è una polveriera che potrebbe incendiarsi con qualunque scintilla, da cui potrebbe scaturire il colpo di coda dei Fratelli.
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