La Nato, oggi, mutuando gli scacchi nello scenario siriano, attacca la Russia per i raid aerei unilaterali anti ISIS, denunciando l’azione militare di Mosca come mossa salva Assad.
Come accade, la verità è sempre e solo una ed anche se gli Stati Uniti sono abili nel confondere l’oggettività dei fatti, la situazione è chiara.
La Nato e gli Usa, da oltre un anno, dicono di voler combattere lo Stato Islamico in Siria ed Iraq, ma i risultati sono stati scarsissimi. L’aviazione statunitense non è riuscita a bloccare l’avanzata ISIS facendo anche dubitare gli esperti di settore sulle reali capacità di intervento americano.
Le apparizioni in tv di Obama hanno solo virtualmente assicurato la futura vittoria sul Califfato senza mai corrispondere alla realtà.
Putin dopo aver ampliato la base navale di Tartus in Siria, ha cercato un ponte strategico anche con gli USA sulla questione Daesh, non ottenendo nulla di concreto.
A questo punto il leader russo si è visto costretto all’intervento unilaterale per sottrarre la Siria dalle mani del Califfato.
È chiaro che in questo momento supportare il legittimo governo Siriano è l’unica cosa possibile, una volta pacificata l’area, ma solo allora, si potrà parlare di un’ uscita di Assad dalla scena politica.
La posizione statunitense è invece quella di combattere l’ISIS, appoggiare i ribelli antiAssad e rovesciare contestualmente l’attuale Presidente siriano.
Posizione, questa, priva di ogni logica di strategia militare, che tende solo a destabilizzare l’area per i prossimi 15 anni, proprio come è successo in Libia ed in Iraq.
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