Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “ Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme.
Giornalista investigativo ed analista di intelligence , come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani , al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa.
Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili.
Direttore Responsabile del magazine online Convincere.
Website URL: http://www.sergiogiangregorio.it
Obama cambia rotta e nei prossimi mesi intensificherà in Siria, Yemen ed Iraq l’utilizzo di droni.
La necessità di trasformare i droni da occhi invisibili a veicoli di attacco diretto si esplicita con la difficoltà di esercitare una seria azione di contrasto e di intelligence al terrorismo islamico limitando al minimo l’invio di uomini sul terreno.
Fino ad ora gli Stati Uniti hanno utilizzato il veicolo “Predator RQ1” equipaggiato con telecamere ad alta definizione e particolari sensori per la raccolta di dati ed immagini armando il mezzo solo in casi estremi con missili via terra AGM (Air To Ground) antiradar.
Dopo il bliz delle forze speciali americane in Siria che ha portato all’uccisione del leader dell’Isis Abu Sayyaf, l’Italia accoglie una precedente richiesta statunitense ed invia sul fronte iracheno circa 70 uomini provenienti dalla Task Force 45 fatti rientrare da qualche mese dall’Afghanistan.
La scelta italiana si inquadra in una più generale strategia che vede l’utilizzo di “specialisti“ in Siria ed Iraq.
Grazie all’art. 41 (comma 1-3) della costituzione kazaka introdotto con un emendamento nel febbraio 2011, Nursultan Nazarbayev, ha indetto elezione presidenziali anticipate che si terranno il giorno 26 aprile.
Ufficialmente si è voluta motivare la prossima competizione elettorale con la necessità di superare l’attuale crisi economica ed il pericoloso nazionalismo russo, nella realtà il vero motivo è quello di riprogrammare una decisa continuità politica per l’anziano leader kazako, nella logica di avere un uomo forte al comando per far fronte alle nuove minacce incombenti in questo 2015, senza aspettare la naturale scadenza della legislatura nel 2016.
Benjamin Netanyahu prova a conquistare il suo quarto mandato in un clima avvelenato da polemiche e faide interne al Likud. BB ha distrutto i suoi rapporti personali con Obama ma l'Amministrazione Americana continuerà comunque a finanziare ed a sostenere Israele nonostante la distanza di vedute sui rapporti con l'Iran.
Lo scenario politico attuale vede l'ingresso di un nuovo partito ultraortodosso composto da sole donne "B Zohutan" con un programma contraddittorio e incerto che confligge contro le tradizioni ortodosse. La nuova compagine seppure numericamente non considerabile darà uno scossone emotivo agli ultimi giorni di campagna elettorale ponendosi come possibile ago della bilancia, il fattore donne d'altronde sarà fondamentale nel nuovo parlamento.