Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.
Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.
Analista Geopolitico
Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.
La Repubblica Centrafricana sembra non conoscere pace. Dopo un periodo di relativa calma, negli ultimi tre giorni si sono verificati nuovi episodi di violenza settaria che hanno portato alla morte di una trentina di persone e al ferimento di quasi un centinaio. Nella giornata di sabato, il ritrovamento del corpo senza vita di un musulmano nei pressi di una moschea sarebbe stato l’elemento scatenante di una feroce rappresaglia contro un “quartiere cristiano” che, a sua volta, avrebbe innescato una controffensiva del gruppo Anti-balaka.
Dopo mesi di negoziati pressoché infruttuosi, gli sforzi dell’ONU, profusi nel rendere possibile la formazione di un governo di unità nazionale in Libia, potrebbero dare i propri frutti: un Accordo definitivo è pronto e le parti coinvolte (i governi di Tripoli e Tobruk) potrebbero firmarlo entro la fine di Ottobre.
All’inizio del mese, il Presidente francese François Hollande, aveva chiesto al Ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian di "organizzare [...] voli di ricognizione sulla Siria, in vista di eventuali raid contro lo Stato Islamico" (fonte: Sputnik News). Il 16 settembre, lo stesso Ministro ha annunciato che le operazioni aeree potrebbero cominciare nelle prossime settimane, "appena [ci saranno] obiettivi ben identificati" (fonte: Bloomberg). Con questa mossa, quindi, la Francia estenderà dall’Iraq alla Siria il proprio raggio d’azione nella battaglia contro Daesh.
Una nuova ondata di velato e cauto ottimismo sta accompagnando il trascorrere di questo settembre 2015. Negli ultimi giorni di agosto, le forze ucraine e quelle separatiste, trovando una tacita intesa, hanno dato vita a una nuova tregua a partire dal 1° settembre. I media, nella maggior parte dei casi, rilevano come il rinnovato cessate-il-fuoco stia reggendo. I rapporti pubblicati dalla SMM (Special Monitoring Mission), però, mostrano come la cessazione delle ostilità non sia totale: le violazioni del cessate-il-fuoco sono sì drasticamente diminuite rispetto alle settimane precedenti, ma un numero non indifferente di episodi è stato registrato dagli ispettori dell’OSCE (specialmente nell’area di Donetsk il 5 e 7 settembre). Quindi, per quanto un miglioramento della situazione nel Donbass sia evidente, la strada da percorrere è ancora lunga e incerta.
Un certo spazio di manovra, comunque, c’è: come sostenuto dal Segretario Generale dell’OSCE Lamberto Zannier, "[il fatto che] la tregua abbia retto negli ultimi 10 giorni è una buona notizia, perché lascia spazio a progressi a livello politico" (fonte: AP).