Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.
Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.
Analista Geopolitico
Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.
Venti di guerra civile soffiano sulla Repubblica Centrafricana (RC), paese “senza legge”, teatro di scontri tra cristiani e musulmani, dove gruppi paramilitari si sono resi colpevoli di atrocità a danno della popolazione civile (tra cui uccisioni, villaggi dati alle fiamme e arruolamento forzato di bambini-soldato): questo è l’allarme lanciato a più riprese dalle Nazioni Unite negli ultimi giorni di novembre.
In Siria, il processo di smantellamento dell'arsenale chimico siriano si è svolto, a oggi, senza intoppi. La prima fase è terminata con successo il 21 settembre scorso quando il regime consegnò all'OPAC (Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche) l'inventario del proprio armamentario. La seconda fase, quella relativa la sua verifica, distruzione e disattivazione è ora entrata nel vivo, ma con una grande incognita. L’OPAC ha annunciato che le attrezzature per la produzione di armamenti chimici sono state distrutte e che tutto l’arsenale di cui il regime ha dato comunicazione – che secondo il portavoce dell'organizzazione Christian Chartier ammonta a «1000 tonnellate di agenti chimici utilizzabili per preparare armi, e 290 tonnellate di armi chimiche» già pronte – è stato sigillato dagli ispettori; tuttavia non è per nulla chiaro dove quest’arsenale potrà essere distrutto.
Il 30 settembre scorso, il primo esemplare del nuovo Airbus A400M ha preso il volo sui cieli di Siviglia. Si tratta di un colosso volante, un aereo da trasporto strategico prodotto congiuntamente dai gruppi industriali europei EADS e Airbus. Tra tutti i paesi che ne hanno fatto ordine (Francia, Regno Unito, Belgio, Spagna, Germania, Lussemburgo), la Francia è stata la prima a riceverne uno in consegna.
L’Unione Europea è pronta a sostenere la missione AFISM-CAR condotta da Francia e Unione Africana nella Repubblica Centrafricana (CAR), missione che conta complessivamente 4800 soldati. Il 5 dicembre, il Comitato Politico e di Sicurezza dell’UE (COPS) ha “accontentato” l’Unione Africana che il 21 novembre aveva inviato richiesta per un supporto economico esterno: attraverso la decisione del COPS, l’Unione Europea finanzierà la missione per un totale di 50 milioni di euro. Gestiti tramite l’African Peace Facility dell’European Development Fund (o Fondo Europeo di Sviluppo), questi 50 milioni andranno a coprire importanti voci di spesa, quali vitto e acquartieramenti per le truppe, salari per il personale civile e militare, costi operativi riguardo trasporto, comunicazioni e supporto medico.