La situazione economica di Cipro appare più grave di quella della Grecia già dal dicembre 2012 (con le dichiarazioni del Ministro delle Finanze Christos Patsalides[1]) e Nikos Anastasiadis è la figura che dovrebbe far uscire il paese dalla profonda crisi in cui si è ritrovato rischiando il default per mancanza di soldi nelle casse pubbliche.
Anastasiadis era l’unico candidato sponsorizzato dal Cancelliere tedesco Angela Merkel, a favore del piano di salvataggio da 17,5 miliardi di euro. Alcuni giornali hanno addirittura paragonato le presidenziali cipriote ad un referendum sull’accettazione o meno degli aiuti tedeschi (in realtà europei) e delle relative misure di austerity.
Il neo presidente ha dunque promesso di adottare tutte le politiche necessarie ed imposte dall’UE, da sempre molto scettica a causa della inesistente trasparenza bancaria che fino ad oggi ha caratterizzato le banche cipriote, sospettate di aver ripulito ingenti capitali provenienti dalla Russia. Con il precedente governo guidato da Demetris Christofias (autodefinitosi come ultimo comunista d’Europa di formazione politica legata all’Unione Sovietica) Cipro aveva concordato un prestito bilaterale con la Russia da 2,5 miliardi. Ad aggiungersi a questi legami, gli interessi della compagnia russa Gazprom (maggiore estrattrice al mondo di Gas naturale) che punta ai ricchi giacimenti di metano presenti nell’isola, ed alla posizione strategica della zona, utilizzata come trampolino di lancio verso la Siria e tutto il Medio Oriente da parte dei Russi.
Luke Harding giornalista inglese su “The Guardian” il 2 gennaio 2012 scriveva[2]: “Questo mese una misteriosa nave cargo russa è approdata nel porto cipriota di Limassol per ripararsi dal mare in tempesta. A bordo della Ms Chariot sono state trovate 60 tonnellate di munizioni per fucili mitragliatori AK-47 e lanciarazzi. Il carico proveniva dalla compagnia statale russa produttrice di armi, Rosoboronexport. L'acquirente era il governo siriano. Cipro, dal 2004 membro dell'Unione europea, avrebbe dovuto sequestrare il carico. Le armi, infatti, rappresentavano una violazione clamorosa dell'embargo militare nei confronti di Damasco, deciso dall'Ue dopo la violenta repressione delle manifestazioni di protesta dell'anno scorso. Invece le autorità cipriote hanno permesso alla nave di lasciare l'isola dopo aver ricevuto la vaga promessa di un cambio di rotta. La MS Chariot ha riempito i serbatoi di carburante e si è tranquillamente avviata verso il porto siriano di Tartus, dove ha consegnato il suo carico. Secondo alcuni l'episodio è l'ennesima dimostrazione della volontà di Cipro di non contrariare Mosca, nei cui conforti Nicosia mostra una "imbarazzante sudditanza". L'interesse del governo cipriota a non suscitare le ire di Vladimir Putin è in un certo senso comprensibile. Il Cremlino ha infatti promesso – ma non ancora erogato – un prestito di 2,5 miliardi di euro per salvare l'economia dell'isola. La Russia è inoltre un alleato di Cipro al consiglio di sicurezza dell'Onu contro la Repubblica turca di Cipro nord, non riconosciuta da Nicosia” [3].
Dov’è finito il prestito russo? Come sono stati impiegati quei soldi da parte del governo uscente del paese? Come un qualsiasi ente creditizio, la Troika (il gruppo dei rappresentanti di Banca centrale europea, Commissione europea e Fondo monetario internazionale impegnati a intervenire durante la crisi debitoria degli stati europei), dovrebbe valutare bene la solvibilità da parte del neo governo, prima di concedere l’aiuto.
Il rischio temuto dai tedeschi e da tutta l’Unione Europea è proprio che i fondi stanziati in realtà vengano poi passati da Nicosia a Mosca, e che una ulteriore insolvenza del debito possa riaccendere una vorticosa nuova crisi dell’euro che porterebbe al collasso.
[1] The Wall Street Journal http://www.wallstreetjournal.de/article/SB10001424127887324407504578185440682619634.html?mod=DeutscheBoerse
[2] The Guadian http://www.guardian.co.uk/world/2012/jan/26/cyprus-russian-invasion
[3] Versione italiana dell’articolo di Luke Harding su The Guardian http://www.presseurop.eu/it/content/article/1474141-l-isola-dei-russi
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