Un successo russo sarebbe certamente visto in Polonia e nei tre Stati baltici come un possibile preludio a nuove guerre di aggressione espansionistiche. La Moldavia filo-occidentale, al confine meridionale dell’Ucraina, potrebbe essere un probabile obiettivo. Il mese scorso il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha avvertito che “se Putin avrà successo, non si fermerà” in Ucraina. In questo momento, la Russia sembra essere anzi è su una parabola vincente. Ha un doppio vantaggio: in munizioni e in manodopera. Il complesso militare-industriale russo lavora a pieno regime, sfornando materiale. La Russia riceve anche munizioni ed equipaggiamenti da regimi amici, come la Corea del Nord e l’Iran. La disparità comincia a farsi vedere sul campo di battaglia. la vicina Russia, rispetto all’Ucraina ha tre volte la sua popolazione, il doppio del budget militare e un presidente fermamente impegnato a porre fine alla guerra solo alle sue condizioni. L’alleato, gli Stati Uniti, vacillano. Le infrastrutture dell’Ucraina sono state devastate dal martellamento incessante di mortai e razzi. L’economia, secondo molti parametri è a brandelli. Il futuro è cupo per la martoriata nazione di oltre 40 milioni di persone, milioni delle quali sono state sfollate all’interno o all’esterno del paese. E non si vede la fine della distruzione sfrenata di case, imprese e scuole iniziata con l’invasione della Russia il 24 febbraio 2022 − e che continua senza sosta anche oggi. La tanto attesa controffensiva estiva e autunnale dell’esercito ucraino si è fermata, non riuscendo a sfondare le linee difensive russe nella provincia di Zaporizhia e nel Donbass. Recentemente, gli ucraini hanno dovuto ritirarsi dalla città di Avdiivka, vicino a Donetsk. Stanno affrontando pressioni anche in altre parti del fronte, comprese vicino a Kreminna e Kupiansk, che le forze ucraine avevano recuperato con un’offensiva lampo nell’autunno del 2022. Con la Russia che guadagna slancio, cominciano ad emergere voci che sostengono che l’Ucraina dovrebbe chiedere la pace. La loro argomentazione è che Kiev dovrebbe accettare le condizioni di Putin adesso perché in futuro si troverebbe in una posizione ancora più debole. L'intervista rilasciata recentemente da Putin all'ex conduttore della Fox Tucker Carlson mira a raggiungere la base repubblicana negli Stati Uniti, che appare ricettiva. E, naturalmente, se Donald Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali di novembre, l’idea che l’Ucraina debba trovare un accordo e fare concessioni a Putin potrebbe diventare la pietra angolare della politica statunitense.