Gli islamisti stanno ormai occupando la Nigeria ne vogliono fare il trampolino di lancio per raggiungere i paesi più piccoli fini a creare una enclave africana dell’ Islam integralista questo giustifica i continui attentati verso i cristiani.
E ‘ il primo passo verso la creazione di un serbatoio di attivisti radicalizzati in grado di raggiungere con continuità l’Europa.
Una nuova ondata di attacchi suicidi ha colpito la Nigeria. Anche in mancanza di rivendicazioni ufficiali, il dito resta puntato contro Boko Haram, il gruppo estremista che dal 2009 ha causato la morte di migliaia di persone.
Rifugio sicuro nel nord-est del Paese – Quello del “rifugio sicuro” (safe havens o sanctuaries) è un elemento che accomuna diversi casi di counterinsurgency/counterterrorism. Il Pakistan settentrionale per i Talebani, la c.d. zona de despeje nella Colombia centro-meridionale per le FARC, e le zone montagnose al confine con l’Honduras per i guerriglieri salvadoregni, sono alcuni esempi. In Nigeria, Boko Haram è riuscito a consolidare la propria presenza territoriale nel nord-est del Paese e ha fatto dello Stato di Borno il proprio “santuario”. Da lì, il gruppo jihadista è riuscito a infiltrarsi progressivamente verso ovest: lo stato di Yobe e parte consistente dello stato di Adamawa sono sotto diretto controllo dei miliziani mentre gli stati federali limitrofi continuano a essere colpiti da violenti raid.
LIBIA Il braccio dell’ISIS in Libia ha rivendicato il sequestro di 21 cristiani copti egiziani provenienti dal governorato di Minya.Il gruppo jihadista ha inoltre diffuso delle foto degli ostaggi, come riportato da Site Intelligence Group. I 21 cristiani, secondo quanto riferito dall’Is, sarebbero stati catturati nello Stato di Tripoli a capodanno. Si aggravano le condizioni di vita dei cristiani in Libia dalla caduta di Gheddafi nel 2011, numerosi gruppi jihadisti presenti nel Paese hanno più volte colpito famiglie cristiane su tutto il territorio. Non si hanno notizie dei due giornalisti tunisini Nadhir Ktari e Sofien Chourabi sequestrati l’8 gennaio da militanti dell’Is, secondo indiscrezioni i due sarebbero ancora vivi. Intanto nel pomeriggio dell’11 gennaio l’aviazione libica ha bombardato obiettivi militari appartenenti alla coalizione Fajr Libya.
Boko Haram continua la sua campagna di devastazione, obiettivo: la creazione di uno stato islamico. Come è già stato messo in luce, la costruzione di uno stato islamico in Nigeria, sul modello di quello creato da Al-Baghdadi in Iraq e Siria, è da tempo oggetto di dibattito all’interno della intelligence community. Anche in questo caso esso sarebbe da considerarsi quale ultimo stadio evolutivo di un gruppo terroristico. Gli attacchi avvenuti gli ultimi mesi, compresi quelli di Baga del 3 e 7 gennaio 2015, sembrano corroborare questa ipotesi.
Boko Haram continua la sua “guerra santa” in Nigeria: tre nuovi attentati hanno fatto vittime nel nord-est del Paese. Pur in mancanza di una rivendicazione ufficiale, il dito è senza indugio puntato verso il gruppo jihadista nigeriano.
Due attacchi (uno in Nigeria, l’altro in Arabia Saudita) hanno fatto vittime tra la popolazione di fede sciita durante l’importante festività islamica dell’Ashura.
Nella città di Potiskum, capitale commerciale dello stato di Yobe nella Nigeria nord-orientale, un kamikaze si è fatto esplodere durante una processione. Nonostante le notizie che circolano circa il numero delle vittime siano poco precise, tra le 15 e le 30 persone avrebbero la vita nell’attacco. Al momento manca una rivendicazione ufficiale ma il dito è collettivamente puntato contro i guerriglieri sunniti di Boko Haram.
Fonti anonime nigeriane hanno dichiarato di aver avuto contatti con governi europei e non per la ricerca delle ragazze rapite da gruppi vicini a Boko Haram.
In particolare Usa , Gran Bretagna e Francia hanno già inviato nell’Area interessata specialisti militari, investigatori ed ex militari di unità d’elitè ora utilizzati per la loro pregressa esperienza nella liberazione di ostaggi.
Nella giornata di Sabato 17 Maggio, il presidente francese François Hollande ha tenuto un summit d’alto livello a Parigi radunando gli omologi di Nigeria, Benin, Cameroon, Niger e Chad[1] al fine di trovare una soluzione al problema rappresentato dal gruppo fondamentalista islamico Boko Haram, gruppo che ha attirato su di se l’attenzione mondiale dopo aver rapito oltre 200 studentesse nel nord-est della Nigeria il mese scorso.
Il 14 aprile il portavoce del MEND (Movement for the Emancipation of the Niger Delta) Jomo Gbomo ha diffuso l'annuncio che a partire dal 31 maggio prossimo il gruppo nigeriano darà il via ad una serie di attacchi nei confronti di moschee, istituzioni islamiche ed esponenti religiosi musulmani che diffondono la dottrina dell'odio, nel corso di quella che è stata chiamata "Operazione Barbarossa" in difesa della cristianità nigeriana. Il MEND è impegnato da anni principalmente in operazioni nei confronti di infrastrutture del settore energetico ed è possibile che nel breve termine si verifichino ulteriori attacchi su piccola scala.
Il 19 aprile a Baga (stato di Borno) si sono verificati pesanti scontri armati tra i militanti islamisti di Boko Haram e le forze di sicurezza nigeriane causando 185 vittime e distruggendo circa 2000 abitazioni. Si contano molti uccisi tra la popolazione civile, utilizzata probabilmente come scudo da parte degli islamisti, i quali si sarebbero trovati circondati dalle forze di sicurezza.