Non solo, però: infatti, come spiegato da Sergio Giangregorio, Direttore Scientifico di Triage, “gli incursori della Marina Militare” – che hanno preso parte alle operazioni – “sono gli unici specialisti che vengono impiegati per effettuare esfiltrazioni di personale italiano da un territorio ostile. Il GOI[1] ha particolari regole d’ingaggio, è un reparto utilizzato solo per operazioni letali ed esfiltrazioni. Sono pronti sulla nave San Giorgio per recuperare i nostri connazionali in caso di crisi. Dalla nave, vengono elitrasportati sull’obiettivo prevalentemente prima che sorga l’alba ed effettuano l’evacuazione se è in atto una situazione critica”.
“In ogni teatro di guerra, il COMSUBIN è presente con questa specifica funzione”. A Varignano (La Spezia) “si pianificano obiettivi primari, addestramento e tattica d’intervento e poi ci s’imbarca”. “La nave resta alla fonda in attesa di eventi critici e in quel caso gli uomini del GOI entrano in azione”. In genere “si opera con due elicotteri mentre, sulla nave, resta un terzo elicottero, c.d. unità di salvamento, che interviene solo per rafforzare l’intervento”.
Se si considera la presenza d’interessi economici italiani in Libia, su tutti il gasdotto Greenstream dell’ENI, “ le manovre navali sono un escamotage per operare in acque libiche con la copertura giuridica” con lo scopo proteggere tali interessi e il personale italiano operante nell’area.
[1] Il GOI (Gruppo Operativo Incursori) è una delle unità che compongono il COMSUBIN (Comando Subacquei e Incursori), commando d’élite e unico reparto della Marina facente parte delle Forze Speciali italiane.
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