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13-03-2015

Elezioni in Israele - il nostro punto di vista

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Benjamin Netanyahu prova a conquistare il suo quarto mandato in un clima avvelenato da polemiche e faide interne al Likud. BB ha distrutto i suoi rapporti personali con Obama ma l'Amministrazione Americana continuerà comunque a finanziare ed a sostenere Israele nonostante la distanza di vedute sui rapporti con l'Iran.

Lo scenario politico attuale vede l'ingresso di un nuovo partito ultraortodosso composto da sole donne "B Zohutan" con un programma contraddittorio e incerto che confligge contro le tradizioni ortodosse. La nuova compagine seppure numericamente non considerabile darà uno scossone emotivo agli ultimi giorni di campagna elettorale ponendosi come possibile ago della bilancia, il fattore donne d'altronde sarà fondamentale nel nuovo parlamento.

Gli arabi israeliani emarginati per decenni dal dibattito politico si sono compattati in una forte coalizione tanto da far concretamente paura alle destre. Gli arabi d'Israele sono circa 1.500.000, rappresentano il 20% della popolazione, sono di fede musulmana essendo la terza generazione di palestinesi integrati in Israele dopo il 1948.

“Bibi” attualmente ha avuto una caduta di consensi, ma anche se per molti rappresenta l'incarnazione del male, ha intrapreso meno guerre ingiuste dei suoi predecessori, ha costruito meno insediamenti di Barak il laburista ed è meno corrotto di Sharon; i suoi avversari oltre agli arabi israeliani sono Tzipi Livni, Yair Lapid e Moshe Kalhon ma se vincessero loro cambierebbero molte meno cose di quanto i tre candidati stanno promettendo alla popolazione. Ad oggi i sondaggi danno BB due punti sotto la coalizione dei laburisti composta dai citati tre candidati. Triage reputa che in questi ultimi giorni di campagna elettorale il premier uscente recupererà il terreno perduto. Certo la governabilità non sarà assicurata, ci sarà bisogno di alleanze trasversali e nuovi compromessi. Gli elettori vogliono un nuovo welfare, più sicurezza, rispetto delle tradizioni, un rafforzamento della legge sul ritorno degli ebrei in Israele ed un deciso contrasto al terrorismo internazionale che ha come target Israele. Tutto questo è nelle corde di BB che in queste ore sta cercando di compattare una più ampia federazione di elettori: tutte le destre, gli ortodossi, gli ultraortodossi, i coloni, gli ebrei del ritorno e quelli appena rientrati.

Stando a quanto illustrato sino ad ora, per noi vincerà ancora BB - con uno scarto minimo ma ci sarà ancora lui - non dimentichiamo che nella lotta a Daesh si è impegnato in prima persona, ha ricucito i rapporti con il governo Giordano spingendosi ad assicurare supporto militare attivo. Si, ci sarà ancora lui, ma non sarà lo stesso BB - quello che abbiamo visto fino ad ora - sarà molto diverso.

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Sergio Giangregorio

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “ Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme.

Giornalista investigativo ed analista di intelligence , come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani , al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa.

Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili.

Direttore Responsabile del magazine online Convincere.

Website: www.sergiogiangregorio.it

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