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17-11-2013

GORGO MALI

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A circa undici mesi di distanza dagli attacchi aerei francesi in Mali che hanno costretto gli islamisti a sparpagliarsi per tutto il territorio del Sahara, questi ora stanno lentamente cominciando a fare ritorno. Per il nuovo presidente  del Mali Ibrahim Boubcar Keita il loro ritorno comporterà una ulteriore difficoltà alla stabilizzazione dell’area del deserto del nord.

Ricordo che la crisi del Mali esplose lo scorso anno quando i separatisti Tuareg cercarono di prendere il controllo del nord. La loro ribellione fu presto affiancata da altri gruppi di ribelli probabilmente legati ad al Qaeda ma stiamo parlando di una coalizione sempre mutevole. Il crogiuolo di militanti islamici, ribelli separatisti, e di bande di contrabbandieri ha determinato una considerevole ulteriore complicazione alla pacificazione della zona.

Gli esperti cominciano a preoccuparsi che la Francia possa impantanarsi in una guerra a tempo indeterminato se le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite non subentreranno. Il Mali sta inesorabilmente entrando in una fase di guerriglia combattuta da cellule dormienti, combattenti che fanno ritorno dal sud dell’Algeria, dalla Libia, dal Niger così si è espresso un diplomatico francese esperto di antiterrorismo. Circa due mesi fa due soldati del Ciad appartenenti alle truppe U.N. sono stati uccisi in un attacco suicida nella remota città di Tessalit. Gao la più grande città del nord del Mali è stata colpita da una serie di attacchi con lanciarazzi mentre le forze speciali francesi hanno preso provvedimenti contro gli islamisti a nord di Timbuctu per la prima volta dopo  mesi di “calma”. Ma è stata l’uccisione di due giornalisti francesi sequestrati in pieno giorno nella città settentrionale di Kidal che ha particolarmente scosso la Francia. Al Qaeda ha riferito che le uccisioni sono una risposta all’operazione “Mali” intrapresa dalla Francia anche se gli analisti affermano che potrebbe trattarsi di un rapimento “fallito”.

La Francia ha inviato rinforzi a Kidal, dopo la morte dei due giornalisti, ma insiste anche sul fatto che non ritarderà ulteriormente il proprio piano di ridurre le proprie truppe da 3.200 a 1.000 unità entro il prossimo febbraio, due mesi più tardi di quanto originariamente previsto. La Francia è sempre più consapevole che ci vorrà molto tempo per sradicare la minaccia del terrorismo nel Sahel (deserto), certo c’è SERVAL (l’operazione francese) e MINUSMA (la missione delle Nazioni Unite) ma saranno necessari sforzi a lungo termine ed un profondo coordinamento regionale per annientare completamente la minaccia del terrorismo in Mali. L’uccisione dei due giornalisti ha evidenziato le lacune nella copertura militare straniera in un paese grande il doppio della Francia. L’operazione in Mali si prevede che costerà alla Francia almeno 650.000.000  di euro a cui bisogna aggiungere il supporto per gli alleati africani mentre Parigi è sotto pressione per tagliare la spesa della difesa. In Mali sta montando la violenza la guerra si sta sempre più inasprendo, i gruppi combattenti sono riusciti a ripristinare l’intero traffico di droga mentre la criminalità organizzata e i signori della guerra sono nuovamente al loro posto.

Nessuno si aspettava che succedesse così in fretta e così apertamente.

 

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Mario Neri

Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.

Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.

Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.

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