Lo scenario che si intravede è, quindi, quello di una comunità internazionale fortemente divisa, con la stessa Alleanza Atlantica ferma, in attesa di acquisire un maggior consenso sull’intervento militare, Obama vive momenti di difficoltà, infatti, prima ha cercato di evitare ogni coinvolgimento statunitense nel conflitto, poi ha minacciato un imminente attacco missilistico con decisione unilaterale, infine preoccupato del cresciuto peso dei gruppi islamici più radicali in opposizione al regime ha deciso di prendere tempo e di dare spazio anche alla diplomazia.
I servizi segreti Israeliani hanno attivato canali riservati con alcuni gruppi di dissidenti siriani moderati per orientarli verso trattative politiche, Gerusalemme vuole che Assad, seppure indebolito, non cada per scongiurare l’incertezza di un futuro governo in mano ai ribelli troppo vicini agli islamici estremisti fortemente infiltrati da Al-Qaeda. Contestualmente gli Israeliani mantengono rapporti con il regime che fino ad ora, nonostante lo stato di guerra formale, non ha avuto con Israele alcun atteggiamento concretamente ostile.
Obama ha sempre puntato ad una uscita di scena negoziata di Assad, convinto che i precedenti libici ed egiziani facessero leva su Damasco, questa soluzione avrebbe indebolito Hezbollah ed Iran e per converso rafforzato il nuovo processo di pace israelo-palestinese, contenendo nello stesso tempo in Siria ed in tutta l’area le forze islamiche radicali.
Tutto questo non è ancora avvenuto e secondo la human intelligence di Triage non avverrà, ci sono invece numerosi accordi riservati tra i servizi dei paesi coinvolti nel conflitto per trasferire lo scenario in bilico tra richiami etici e necessità politiche, verso una trattativa segretissima che trasformi l’ipotetico attacco missilistico occidentale in un accordo al ribasso per tutti, lasciando sostanzialmente il quadro invariato.
L’esercito siriano in queste ore stà cercando di ricollocare tutte le attrezzature militari definite obiettivi possibili dagli USA, disperdendo i lanciatori mobili sul territorio controllato al fine di renderne complicata l’individuazione.
Assad è disposto a sopportare un attacco punitivo americano purchè sia ligth “leggero” e non favorisca i ribelli alterando gli attuali rapporti di forza, se attacco ci sarà non deve essere profondo, dovrà essere un intervento limitato e non dovrà fornire supporto ai ribelli, solo in questo caso il regime sarà disposto a non reagire e a non fare alcuna rappresaglia verso Israele.
The agreement has done.
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