Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno o semplicemente scrollando la pagina verso il basso, accetti il servizio e gli stessi cookie.

A+ A A-
01-07-2013

Primi passi di un’apertura del mondo verso l’Iran?

Rate this item
(2 votes)
Scena del film "Argo" Scena del film "Argo"

Sembra che le sole parole del neo-eletto presidente iraniano Hassan Rohani siano bastate per mettere in moto l’opinione internazionale e stimolare le varie potenze a valutare un’apertura futura verso l’Iran. Prima ancora di insediarsi ufficialmente, il presidente Rohani ha affermato che il suo futuro governo si impegnerà  ad applicare una politica di intesa costruttiva con il mondo, difendendo allo stesso tempo tutti i diritti del popolo iraniano. 

Nel suo primo discorso in tv ha affermato che: 

''La moderazione non significa in politica estera resa o lotta. Significa una intesa costruttiva ed efficace con il mondo. Nel discorso moderato, il realismo e' un principio di base, tenendo conto dei valori e degli ideali della Repubblica Islamica. L’intesa costruttiva con il mondo ed il dialogo con gli altri devono essere portati avanti sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproci, degli interessi e della fiducia reciproci. Questa politica estera sara' realizzata tenendo conto di tutti i diritti della nazione della volonta' e della grandezza del Paese nel seguire le direttive della Guida suprema”. 

Le promesse di interazione costruttiva di Rohani sono state ben accolte dall’opinione mondiale, infatti il Primo Ministro italiano Enrico Letta ha subito affermato che “L'Italia ha intenzione di espandere i propri legami bilaterali con Teheran e collaborare anche con il nuovo presidente Rohani. Ho assoluta consapevolezza dell'importanza di relazioni positive e lavorerò facendo di tutto perché l'Italia possa esser un ponte positivo verso l'Iran.” 

Intanto è stato annunciato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che anche le sei potenze mondiali del gruppo 5 +1 ( Usa, Gb, Russia, Cina, Francia più la Germania), sono pronte ad offrire una nuova proposta all’Iran, ma, ovviamente, solo dopo l'insediamento ufficiale del nuovo presidente. Lavrov ha sottolineato che la Repubblica islamica aveva annunciato la sua disponibilità a discutere la sospensione dell'arricchimento dell'uranio al 20% prima delle elezioni presidenziali.

Queste affermazioni del governo russo sono leggermente contrastanti con il fatto che il Cremlino ha annunciato che il presidente russo Vladimir Putin desidera incontrare l’attuale presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad in occasione del prossimo summit dei leader dei Paesi del Gas Exporting Countries Forum (GECF) che si tiene a Mosca in questi giorni. Putin incontrerà anche i presidenti di Bolivia e Venezuela nel primo giorno del vertice che sarà dedicato alla riunione dei leader degli Stati membri dell’Organizzazione. Il G.E.C.F. è stata appunto fondato nella capitale iraniana, Teheran, e i suoi Stati membri possiedono il controllo di oltre il 70% delle riserve di gas naturale del mondo e la produzione di oltre l'80% del gas naturale liquefatto.

La notizia più strabiliante viene però dagli Stati Uniti: sarebbero state portate a termine tutte le operazioni preliminari in vista della firma di un memorandum di intesa per il ripristino, dopo oltre trenta anni, dei voli diretti USA-Iran! 

E' stato rivelato dall'agenzia d'informazione Mehr, secondo cui a voler operare le tratte sarebbero la Delta Air Lines, e la compagnia nazionale di bandiera della Repubblica Islamica Iran Air. Il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, ha espresso l’apprezzamento del Governo riguardo al progetto. Il capo della diplomazia persiana ha commentato: "Saremo felici di dare il benvenuto ai voli diretti tra Iran e Stati Uniti. Non abbiamo alcun problema con il popolo americano e accogliamo positivamente l’idea del ripristino di voli diretti tra l'Iran e le città degli Stati Uniti". 

Ricordiamo che è dal volo New York-Teheran del 7 novembre 1979 che non ci sono collegamenti aerei diretti tra i due Paesi e dalla crisi degli ostaggi del 4 Novembre 1979, quando furono presi in ostaggio 52 membri dell'ambasciata statunitense a Teheran, che vennero interrotti i rapporti diplomatici tra i due paesi e furono chiuse le rispettive rappresentanze diplomatiche.

Questo sarebbe un grandissimo colpo effettuato dall’amministrazione Rohani, e il fatto che sia avvenuto prima ancora del suo ufficiale insediamento, fa ben presagire e per il futuro ci si potrebbero aspettare notevoli sviluppi positivi.

 © Riproduzione Riservata

Dariush Rahiminia

Dariush Rahiminia, laureato in Scienze per l’investigazione e sicurezza, perfezionato in Psicologia Investigativa, specializzando in Cooperazione e Sviluppo Internazionale.

La sua attività di studio si incentra su sociologia interculturale e difesa dei diritti umani. Nato in Italia da genitori iraniani, possiede la doppia cittadinanza Italiana/Iraniana. Da sempre appassionato di Relazioni Internazionali, anche grazie alle origini persiane e ai numerosi viaggi intorno al mondo.

Attualmente Consulente Criminologico e C.T.P. per vari studi legali e per un centro di recupero per detenuti.

Geoeconomia

Eversione e Terrorismo

Geopolitica

Risorse Energetiche

Cyber Warfare

Copyright CEOS 2012 - 2015. All rights reserved.