Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “ Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme.
Giornalista investigativo ed analista di intelligence , come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani , al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa.
Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili.
Direttore Responsabile del magazine online Convincere.
Website URL: http://www.sergiogiangregorio.it
La vittoria elettorale di Emanuel Macron era scontata sondaggi e media con un bombardamento mediatico senza precedenti hanno anticipato la riconferma del Presidente francese rendendola benefica e necessaria nel contesto storico attuale.
Sì è voluto, così legare, ancora una volta, la soluzione della crisi ucraina agli uomini che sembrerebbero dare stabilità e soluzioni alla nostra Europa.
In realtà Macron nei suoi primi 5 anni di governo non ha risolto nessuna delle problematiche emergenti che si è trovato ad affrontare, per ultimo i suoi continui colloqui con Putin non hanno portato risultati apprezzabili.
Un'analisi realistica non può che valutare il bilancio professionale di Macron come mediocre in politica estera ed insufficiente nella politica interna.
Le proteste a Parigi ed in altre città francesi dopo la rielezione di Macron non vanno e non possono essere sottovalutate.
La guerra è sempre un affare per le mafie, la criminalità è oggi sempre più globalizzata e la crisi Ucraina sembra essere una ghiotta occasione per le organizzazioni criminali tanto che i primi segnali di cooperazione tra gli ambienti mafiosi di vari paesi appaiono evidenti.
Gli scafisti russi ed ucraini sono, infatti, già attivi e pronti alla tratta di donne e bambini che fuggono dalle bombe.
È uno dei grandi affari della guerra, un business ed un reato gravissimo che l’ Italia deve contrastare prima che si espanda, perché come sempre le mafie guardano avanti ed agiscono nell’ illegalità proiettate sul futuro.
Il Viminale ha già attivato le misure di contrasto alla tratta, lo scorso 3 marzo è stato firmato presso la Prefettura di Torino il protocollo di intesa regionale per potenziare il contrasto alla tratta di esseri umani e garantire tutela ed assistenza alle vittime.
Papa Francesco si è personalmente recato dall’ Ambasciatore Russo presso la Santa Sede, un gesto inconsueto, lontani da ogni protocollo, direi unico, lo scopo dell’ incontro era quello di aprire immediatamente un confronto sulla crisi tra la diplomazia della Federazione Russa ed il Vaticano con il massimo dell’autorevolezza nella considerazione che il Papa presentandosi fisicamente in Ambasciata ha segnato una cesura con le pratiche standard dei rapporti tra Stati ed ha lanciato un messaggio mediatico senza precedenti ,siamo in guerra, viviamo tutti un dramma epocale, la risposta per tornare alla pace non può essere ordinario serve invece qualcosa di straordinario.
Il messaggio purtroppo non è stato raccolto.
Il secondo round di colloqui tra le delegazioni Ucraina e russa è in corso, ma non è stato dichiarato di cessare il fuoco durante la trattativa questo significa che il peso politico del dialogo è basso e viene utilizzato da Putin solo per fare disinformazione e per comprendere meglio le criticità interne degli ucraini.
Occorre alzare al massimo il livello dei partecipanti agli incontri, individuare un luogo neutro dove incontrarsi e mettere allo stesso tavolo Russia, Ucraina, Ue e USA per ridisegnare insieme la stabilità condivisa nell’area.
Nei regimi totalitari in cui non ci sono meccanismi di controllo e di condivisione democratica sulle decisioni di governo il leader deve essere per forza vincente , il carisma del capo si fonda, infatti, proprio sulle vittoria permanente in ogni circostanza ed in ogni luogo.
Putin sa bene che la sua sopravvivenza politica dipende totalmente dal successo della rischiosa avventura che da 5 giorni ha intrapreso e che rischia di fallire a causa di un esercito demotivato, con i generali che non hanno preso bene l’ appoggio ceceno perché non condiviso, con il responsabile della diplomazia sovietica Sergej Lavrov sempre più scollato dalla realtà, con i servizi segreti non autonomi nelle gestione dell’ intelligence, e con una resistenza inaspettata del popolo ucraino.
Oggi si apre una stanza di dialogo reale in cui è possibile trovare un accordo ed uno stop alle operazioni militari, la spinta alla trattativa viene dalla Cina che ha bisogno per i propri interessi di pacificare l’area.