Ci sono diverse prevedibili conseguenze della battaglia di Al Quseir, in particolare la reazione del gruppo anti-Siria, che spera di migliorare la sua posizione di negoziati prima della venuta di Ginevra II.
Il crescente parlare di dispiegamento di batterie di missili Patriot in Giordania potrebbe essere anche parte di questa tattica. Tuttavia, il parlare di batterie Patriot in Giordania non è nuovo, infatti, può essere già una realtà.
È risaputo che il sistema politico della Repubblica Islamica dell’Iran, per quanto ben delineato sulla carta, nella realtà è alquanto imprevedibile, negli ultimi 40 anni ci sono state talmente tante svolte e colpi di scena che ormai lo spettatore esterno si aspetta di tutto. La stessa Costituzione dell’Iran è una matassa di contraddizioni: si presenta come una Carta moderna, innovativa, una novità nel campo mondiale e nella storia, infatti la Carta Fondamentale dell’Iran è unica nel suo genere come disse l’ex presidente della Repubblica Rafsanjani:
BEIRUT - Il conflitto in Siria prosegue ormai incessantemente e così anche le ripercussioni per l'area. Il Libano, Paese considerato la naturale estensione della Siria per innumerevoli fattori, è teatro di scontri sempre più connotati da un elevato coefficiente di violenza ed intensità. Il 26 maggio due razzi hanno colpito a Beirut il quartire di Shiyyah, roccaforte di Hezbollah nel sud della città. L'attacco ha portato al ferimento di quattro persone, oltre che al danneggiamento di alcune abitazioni.
Le tracce di Domenico Quirico si sono perse il 9 aprile tra le sabbie dei deserti siriani. E a oltre 40 giorni dalla sua scomparsa le indagini restano ad un punto morto: nessuna rivendicazione, nessuna richiesta di riscatto, nessuna prova, nessuna traccia da seguire. Buio.
La guerra civile siriana sembra poter risucchiare nel suo vortice anche la Turchia. Ieri, sabato 11 maggio, una coppia di autobombe è esplosa nel primo pomeriggio a Reyhanli, centro abitato nel sud-est della Turchia prossimo al confine con la Siria e importante rifugio per i profughi siriani che tentano di fuggire al regime di Assad. Al momento il bilancio conta 42 morti, 100 feriti turchi e 13 vittime di nazionalità siriana.
Nelle ultime settimane è cresciuto il livello di tensione in Medio Oriente e una serie di eventi, dal drone abbattuto il 25 aprile ai raid in territorio siriano su Jamraya e Al Saboura, ha ulteriormente minato il precario equilibrio geopolitico nella regione.
Domenica mattina 5 maggio i jet israeliani hanno colpito, per la seconda volta in tre giorni, diverse strutture militari vicino a Damasco uccidendo decine di soldati vicino al palazzo presidenziale.
I raid aerei hanno colpito basi della guardia repubblicana e un importante centro di ricerca militare a Jamraya che secondo fonti USA dovrebbe essere il principale impianto di armi chimiche in Siria.
La scomparsa di Domenico Quirico, reporter del giornale La Stampa, ormai è notizia di pubblico dominio. Quirico era partito dall’Italia il 5 aprile diretto in Siria verso l’antica città di Homs con la volontà di raccontare il dramma della guerra civile. Secondo la ricostruzione dello stesso giornale torinese, Quirico ha atteso a Beirut (Libano) i propri contatti per poi ripartire il giorno seguente (sabato 6) alla volta del confine siriano. Alle 18:10 dello stesso giorno è arrivata in redazione la conferma: Quirico era entrato in Siria. Due giorni dopo, lunedì 8, ha chiamato a casa dandone conferma anche alla moglie. L’ultimo contatto è datato martedì 9: un solo sms diretto ad un collega della RAI con il quale Quirico informava d’esser sulla strada per Homs. Poi più nulla.
Il 25 aprile l’aeronautica israeliana ha abbattuto, a circa 8 km dalla città di Haifa, un drone proveniente dal Libano. Il portavoce degli Hezbollah, indiziati principali, aveva glissato sulle accuse affermando di non avere informazioni in suo possesso. A cinque giorni dall’accaduto, Martedì 30 aprile, è arrivata la smentita ufficiale da parte del braccio armato del “Partito di Dio”. In un videomessaggio, il leader Hassan Nasrallah ha espressamente dichiarato la propria estraneità, sottolineando che agli Hezbollah non mancherebbe certo il coraggio di prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Inoltre, passando al contrattacco, ha messo in guardia Israele da tentare ogni sorta di azione militare in Libano: contrariamente a quanto potrebbero pensare i vertici militari, ha dichiarato Nasrallah, le truppe israeliane non avrebbero vita facile oltre il confine data la presenza di una fiera resistenza determinata a difendere il Libano da ogni attacco esterno.
Città di Haifa (Israele), giovedì 25 aprile 2013: attorno alle 13:30 i radar dell’IDF (Israel Defense Forces) rilevano la presenza di un drone proveniente dal Libano – l’esatto punto di partenza è ancora ignoto – entrato nello spazio aereo nazionale e apparentemente diretto a sud del paese. Come in seguito confermato dal portavoce dell’IDF, il Generale di Brigata Yoav Mordechai, due caccia F-16 dell’aviazione decollano, intercettano e distruggono il drone alle 13:40, a 7-8 km dalla costa mentre volava a circa 6000 piedi.