Tra razzi che cadono nel sud di Israele e le manifestazioni in corso in Cisgiordania, le condizioni di sicurezza nell'area rimangono incerte. Non si prevede un nuovo scontro armato nel breve termine.
Resta alta la tensione in Israele, dove nella giornata del 26/02 un razzo proveniente dalla striscia di Gaza ha colpito la città di Ashkelon.
Il lancio del razzo, un Grad M75 gittata 30-40 km, è stato rivendicato dal gruppo denominato Brigata dei Martiri di Al-Aqsa, legata ad al-Fatah. L'arma ha colpito una strada di Ashkelon, 10 km a nord dal confine con la Striscia di Gaza, senza provocare feriti.
I miliziani della Brigata al-Aqsa hanno motivato il lancio come risposta alla morte di Arafat Jaradat, 30 anni, membro del movimento arrestato per aver lanciato alcune pietre contro le truppe israeliane e deceduto il 23 febbraio per cause sospette. Il fatto aveva già provocato diversi disordini in Cisgiordania tra la popolazione e le truppe israeliane. Un ragazzo di 13 anni e uno di 15 sono rimasti feriti durante gli scontri, quest'ultimo versa in gravi condizioni dopo essere stato colpito alla testa ed è stato immediatamente trasportato in ospedale.
Il 24 febbraio 2013 a Cipro si è svolto il ballottaggio per le elezioni presidenziali. In competizione per la carica di presidente c’erano il candidato del partito di centrodestra “Unione Democratica” (Disy), il conservatore Nicos Anastasiades, e il candidato di sinistra Stavros Malas sostenuto dal partito Akel (Partito Progressista dei Lavoratori). Dei due concorrenti, ha avuto la meglio il conservatore Nikos Anastasiadis, 66enne avvocato, da oggi nuovo presidente della strategica isola mediterranea (in realtà della parte greca - vedi cartina) con il 57,47%.
Una vera e propria Pearl Harbour digitale è stata quella relativa all’attacco congiunto di Stati Uniti e Israele (non ufficiale) nei confronti del programma nucleare dell’Iran.
Il centro militare di Jimraya, impiegato in attività di ricerca, e un convoglio diretto in Libano, il giorno 30/01 sono stati colpiti dall'aviazione israeliana mediante un'operazione aerea in un territorio siriano. Il centro di ricerca è situato a 5km a nord-ovest della capitale ed è controllato dalle guardie presidenziali , vista la vicinanza con la residenza di Assad. Solo in tempi recenti i missili anti-aerei posti nel centro militare sono stati trasferiti in seguito ai continui scontri tra l'esercito governativo e i ribelli nella zona.
Dura sconfitta di Netanyahu e del suo ormai superato progetto politico.
Il Likud, infatti, pur avendo la metà dei seggi (61) su 120, non ottiene la prevista maggioranza assoluta e sarà costretto a cercare un’alleanza anche con gli estremisti di Bennet e con gli ultra conservatori ortodossi.
Il Premier uscente spera di far leva, ancora una volta, sulla totale chiusura alla trattativa con i palestinesi, e sul pericolo nucleare iraniano.
I centristi dello Yesh Atid, invece, propongono la fine dell’esonero del servizio di leva per gli ortodossi, una robusta Spending Review sulla spesa pubblica e l’apertura di una concreta trattativa di pace con Abu Mazen.
Con questa netta contrapposizione tra i due poli, la governabilità sembra essere difficile.
La situazione siriana sta divenendo, giorno dopo giorno, una vera e propria polveriera di non facile soluzione per la Comunità Internazionale.
Lo dimostra l’intervento del Consiglio Atlantico, il massimo organo decisionale della NATO, riunitosi ad ottobre su richiesta della Turchia[1], coinvolta direttamente in scontri e colpi di mortaio provenienti dalla Siria e che hanno colpito il territorio turco; anche se non è chiaro se i colpi esplosi provenissero dai lealisti al Governo siriano o dagli insorti al regime.
All’indomani di tali avvenimenti il Parlamento di Ankara ha approvato una mozione parlamentare che autorizza le forze armate turche ad intervenire fin dentro i confini siriani per ristabilire la sicurezza interna.